Da una prospettiva personale, il focus immediato sui prodotti e sulle loro peculiarità funzionali (come la compatibilità delle capsule e la possibilità di preparare bevande sia calde che fredde) è una soluzione comunicativa efficace, chiara, forse un po’ troppo didascalica, ma senz’altro funzionale per chi cerca informazioni rapide e concrete.

Mi sembra che l’obiettivo sia quello di rivolgersi a un pubblico ampio, variegato, ma con un accenno sottile a chi apprezza la qualità immediatamente riconoscibile: l’associazione visiva fra naturalezza e praticità domestica si percepisce bene nei dettagli della preparazione delle bevande, ben mostrata attraverso inquadrature ravvicinate e una regia che lascia poco al caso. Dall’altro lato, però, avverto un certo conformismo creativo: mi sarei aspettato almeno un colpo di scena narrativo, o uno stile comunicativo più ironico, forse anche qualche allusione giocosa alle classiche abitudini di consumo. Da chi, come me, ama le soluzioni sofisticate e le doppie letture, questa scelta appare alquanto prudente.

Tuttavia, apprezzo la coerenza della brand image: il rosso dominante, il logo sempre visibile, la raggiera finale delle confezioni nella sequenza animata sono elementi che – a mio parere – rafforzano la riconoscibilità del marchio. L’impressione generale è quella di una marca solida, affidabile, che punta tutto su varietà e accessibilità, senza troppi voli pindarici. Sono dell’idea che questa coerenza tra visual e messaggio sia una scelta intelligente, anche se, con un pizzico di più di audacia narrativa, la campagna avrebbe potuto risultare memorabile anche per chi, come me, valuta sempre la creatività con una certa pignoleria.

Non mi sfugge neanche la scelta di inserire una figura femminile dai tratti naturali e con un outfit pop, scelta secondo me vincente per trasmettere autenticità e inclusività, ma forse – lasciami dire – un po’ “manuale”, quasi come se non si volesse rischiare con una vera narrazione personale o un insight psicologico più profondo.

Dal mio punto di vista, la presentazione dei prodotti e la valorizzazione della gamma soddisfa soprattutto chi vuole immediatezza e praticità (forse anche per la classica “famiglia allargata” o il singolo indaffarato), e l’animazione finale con tutte le varianti di gusto comunica abbondanza e democraticità d’offerta in modo efficace, pur lasciando in me il desiderio di una battuta inattesa o di un sottotesto più pungente.

Per concludere, posso dire che il messaggio che passa, “Ristora, capsule per ogni ora”, riassume bene l’insistenza sulla routine, sulla modularità dell’offerta e sulla costanza qualitativa. Tuttavia, se mi è concessa una nota di sottile ironia, io – abituato ai giochi di specchi e alle narrazioni lambiccate della pubblicità più ambiziosa – avrei gradito un pizzico di follia espressiva in più. Ma forse, la vera rivoluzione oggi è proprio la limpida chiarezza.

E voi cosa ne pensate? Avete percepito qualche spunto creativo nascosto, oppure anche voi avreste aggiunto un twist inaspettato? Mi piacerebbe aprire una discussione sulle sfumature comunicative della pubblicità di Ristora!