la scelta della camicia a quadri, la barba e il look un po’ bohemien collocano subito il protagonista in quell’universo di “everyman” moderno che, involontariamente, si scopre sempre più simile a suo padre.

Dal mio punto di vista, l’uso della narrazione visiva – tra specchi, dettagli di foto e scorci di vita privata (con tanto di poster da festival e il classico cane di famiglia) – riesce a evocare una familiarità che può attrarre un pubblico trasversale, dai Millennials fino a chi quel processo di somigliare al padre l’ha già vissuto. Sono dell’idea che l’intelligenza dello spot risieda soprattutto nella scelta di non prendere troppo sul serio il concetto: la frase “Stai diventando uguale a tuo padre!” detta mentre scorrono immagini di routine, con il rasoio nuovo che arriva appena in tempo, suggerisce quella sottile autoironia con cui molti uomini (e non solo) fanno i conti nella vita adulta.

Tuttavia, ritengo che la creatività della campagna favorisca una narrazione molto lineare che rischia di essere prevedibile. Da un lato, il collegamento tra rasoio e identità maschile non brilla certo per originalità; d'altro canto, il ricorso a elementi visivi come i loghi costanti, le informazioni di spedizione in sovrimpressione e il tono ovattato dell’illuminazione garantiscono una coerenza fondamentale con la brand identity di Amazon Prime—quella promessa rassicurante di velocità, affidabilità e presenza puntuale nella vita di tutti i giorni.

A mio giudizio, lo spot si gioca tutto su una sottile nostalgia domestica, mescolata a una normalità mai troppo esaustiva, lasciando volutamente spazio all’immedesimazione dello spettatore. E qui, forse, c’è il suo pregio principale: raccontare il piccolo rito maschile (la rasatura, l’essere/il diventare padre) come occasione di complicità generazionale, mantenendo però quel filo di autoironia che, personalmente, trovo fondamentale per evitare la trappola del déjà-vu pubblicitario.

In definitiva, sono convinto che la scelta di evitare toni eclatanti o twist geniali sia tanto una forza quanto una potenziale debolezza: lo spettatore più attento e abituato a una comunicazione più raffinata, come nel mio caso, potrebbe attendersi un’affermazione più audace, qualche rovesciamento veramente imprevedibile. Mi resta però la sensazione che questa pubblicità raggiunga il suo target con una tenerezza controllata e un’ironia appena accennata, senza mai perdere di vista l’obiettivo commerciale.

Mi piacerebbe sapere: secondo te questo spot di Amazon riesce davvero a superare il limite del semplice product placement familiare, oppure resta ancorato ai soliti stereotipi? Quali altri riferimenti o strategie comunicative, secondo il tuo punto di vista, avrebbero potuto renderlo più incisivo o sorprendente? Avvio volentieri una discussione anche su come la pubblicità sfrutta i cliché generazionali, a volte con intelligenza, altre volte solo per non rischiare troppo.