Ammetto che la scelta di enfatizzare la modernità e la versatilità tramite l’alternanza di location urbane e naturali offre una narrazione visiva coerente, anche se poco rischiosa dal punto di vista creativo.

La successione rapida tra split screen, SUV su percorsi diversi e la gamma completa esibita in un gioco di contrasti ambientali sembra quasi un tentativo di accontentare tutti, puntando sulla massima trasversalità piuttosto che offrire una vera presa di posizione di personalità. Io trovo che la comunicazione si muova su binari molto sicuri: viene rimarcata la pluralità dell’offerta (FULL HYBRID, PLUG-IN HYBRID ed ELETTRICO) senza però approfondire nessun elemento in modo davvero memorabile o sorprendente. Insomma, il messaggio “ognuno può trovare la sua Toyota” è cristallino – forse anche troppo.

L’offerta economica – il bonus fino a 8.000 euro – campeggia come una specie di àncora nel mezzo dello spot, a mò di calamita per l’attenzione di chiunque sia almeno vagamente intenzionato a cambiare auto. Da un punto di vista tecnico, l’enfasi sui servizi finanziari (Toyota Financial Services, KINTO) è un chiaro segnale di adattamento ai tempi, dove il prodotto “auto” si fonde sempre di più con i servizi e la mobilità intesa come esperienza a 360 gradi. Qui, però, secondo me manca il guizzo: la comunicazione appare estremamente “safe”. Personalmente, sarei stato molto più colpito da una narrazione meno lineare, meno didascalica, che facesse leva su valori e temi in modo intelligente, magari inserendo una provocazione, una svolta inattesa, o un sottotesto (anche solo ironico) capace di alzare il tono del discorso.

Da questo punto di vista, sono dell’idea che la scelta di evidenziare costantemente i loghi Warner Bros. Discovery e DMAX, e la scritta pubblicità in sovraimpressione, tolga un po’ di magia e trasporti lo spettatore di colpo dietro le quinte, facendogli ricordare costantemente che si trova davanti a un esercizio di marketing più che a un vero racconto di marca.

Il payoff finale, “TOYOTA LET’S GO BEYOND”, cerca di portare aria di visionarietà e futuro. Eppure, nel complesso, ritengo che manchi quella sottile intelligenza comunicativa – il tocco di originalità, la trovata inattesa – che potesse far emergere il brand con più coraggio rispetto alla concorrenza. Tutto fila liscio, troppo liscio, tanto che per appassionati di comunicazione raffinata come me, la sensazione è quella di un’eleganza corporate, senza sbavature e senza nemmeno un minimo rischio stilistico che potesse far nascere un sorriso complice o una riflessione approfondita.

In conclusione, invito chi ha visto questo spot a condividerne le impressioni: pensate che questo approccio premiante e “all-encompassing” funzioni davvero oppure, come me, vi aspettavate una scossa comunicativa più audace? Mi piacerebbe capire se il messaggio vi ha convinto, o se anche voi avreste voluto quella carica in più di personalità e intelligenza creativa. Discutiamone!