L’incontro con gli alieni e il modo in cui il lifestyle italiano riesce a "convincere" persino queste bizzarre creature interplanetarie mi sembra una trovata narrativa decisamente fresca, ben oltre i cliché di settore. Per una citycar spesso percepita come “di tutti i giorni”, inserire la Panda in un universo così immaginifico e surreale, resta a mio avviso un’operazione vincente e ben allineata al posizionamento.

Dal punto di vista della creatività, penso che tanto l’uso del colore quanto il mélange tra animazione e riprese dal vivo diano un tocco artistico originale, soprattutto grazie ai personaggi alieni, al design giocoso degli ambienti urbani futuristici e alla dinamica delle scene conviviali tra uomo e extraterrestri. In particolare, la convivialità al bar, con tanto di tazzine di caffè tra le mani delle creature aliene, mi diverte non poco: abbraccia l’iconografia italiana e la porta decisamente "fuori dal mondo", letteralmente.

La scelta di mantenere la comunicazione fortemente ironica ed emozionale, puntando sull’idea che ‘l’italiana più amata dell’universo’ sia in grado di unire anche mondi apparentemente incompatibili, la trovo, da un punto di vista semiotico, piuttosto brillante. Non è comune vedere in un settore così serioso come quello dell’automotive, un racconto costruito intorno a paradossi surreali, mantenendo però la coerenza con l'identità del brand: l’italianità, il gusto pop, l’accessibilità.

Pare evidente che il target non sia solo il pubblico giovane – notoriamente più aperto a narrazioni anticonvenzionali – ma anche chiunque sia disposto a lasciarsi sorprendere da una comunicazione più smart e meno prevedibile. Personalmente mi convince la leggerezza del tono e la capacità di far sorridere senza mai scadere nel banale o nel già visto. Anzi, la presenza degli alieni che, rapiti dalla "Pandina", guidano fino a integrarsi nella quotidianità tipica dello stile di vita italiano, secondo la mia percezione, ribadisce la dimensione di prodotto “universale”, ovvero capace di parlare a tutti, umani e non.

Sul piano visuale, penso che gli effetti cromatici, i personaggi e le ambientazioni fantascientifiche siano stati orchestrati con una certa raffinatezza, senza trascurare mai il focus sull’automobile, vera protagonista in ogni sequenza. È interessante notare come gli elementi promozionali (“Pandina Hybrid da 9.950€”), seppur inseriti in un contesto così visionario, si staglino in modo chiaro e mai invasivo, rimanendo credibili all'interno dell'universo di riferimento.

Sono dell’opinione che il finale, con il tramonto sulla città aliena e tutti seduti insieme sulla terrazza, rappresenti non solo una chiusura poetica, ma anche una dichiarazione implicita dell’universalità del prodotto – e qui, Fiat riesce a non snaturare la propria promessa di marca, pur osando su terreni narrativi poco battuti dalla concorrenza.

Mi domando cosa ne pensino altri spettatori riguardo allo stile narrativo adottato, alla fresca ironia che pervade il racconto e all’efficacia della telefonata ironica tra universi alieni, che chiude questo spot con una nota di elegante leggerezza. Secondo voi questo tipo di racconto è ciò che ci si aspetta oggi da un marchio storico oppure sorprende anche voi? Discutiamone!