Apprezzo la volontà di rompere i codici tradizionali della pubblicità dell’elettronica – solitamente più fredda e impersonale –, ma trovo che la scena rasenti più la gag da sketch che il raffinato gioco narrativo che personalmente preferirei.

Dal mio punto di vista, la scelta di accendere i riflettori su un’atmosfera “domestica” con il claim “Sentiti a casa!” è una trovata coerente, funzionale alla strategia di posizionamento, però la modalità scelta è piuttosto letterale. Mi sarei aspettato qualche elemento di sottile ironia in più, qualche allusione meno prevedibile; invece la gag della cliente in pigiama, seppur ammiccante, risulta forse troppo ovvia per chi – come me – ricerca quello scarto intellettuale, quello spostamento semiotico che rende una campagna davvero memorabile.

Sul fronte della creatività, bisogna riconoscere una regia visiva pulita e ben strutturata: i colori “corporate” (blu, giallo, bianco) danno coerenza e riconoscibilità, i loghi di Warner Bros. Discovery e NOVE aggiungono solidità al contesto. Il passaggio dalla scena ironica al cartello promozionale animato è graficamente efficace, con la stella gialla che cita linee e cromie del marchio. Tuttavia, ritengo che la transizione, pur rapida ed energica, interrompa un po’ bruscamente l’atmosfera empatica creata in apertura, immettendo tutto il focus sull’offerta di prodotto.

Secondo la mia sensibilità, l’enfasi data all’HP Notebook (con processore Intel i5 e 16 GB RAM a 449€), insieme al copy testuale ben strutturato, centra l’obiettivo di chiarezza e trasparenza verso l’utente finale. Su questo versante, la promessa commerciale è inappuntabile, perfettamente allineata con le aspettative di un pubblico attento al dettaglio e alle tempistiche (31 ottobre – 12 novembre), oltre che con l’attuale “zeitgeist” del Black Friday. Io trovo tuttavia che la carica emozionale si disperda in questa seconda parte: la narrazione, dopo aver saltato con allegria l’ostacolo della noia istituzionale attraverso la donna in pigiama, rischia di precipitare nella solita logica promozionale, senza quel guizzo “smart” che io considero essenziale nella comunicazione di alto livello.

In termini di elementi visivi ed estetici, il concept è pulito, il branding sempre in primo piano, ma, dal mio punto di vista, siamo lontani dall’effetto wow che io mi aspetto da una campagna veramente disruptiva durante un momento chiave come il Black Friday. Capisco bene la necessità di veicolare il messaggio in modo diretto e accessibile alla vasta platea, e, per certi versi, la scelta di uno humor rassicurante ben si sposa con la target audience più generalista; eppure, chi desideri qualcosa di più sofisticato rimane un po’ a bocca asciutta.

Per concludere, sono dell’idea che lo spot faccia il suo dovere in termini di immediatezza e riconoscibilità, ma – almeno secondo il mio metro di valutazione – manca quell’intelligenza comunicativa capace di unire sottigliezza e originalità. Mi sento di suggerire a chi si confronta con questa campagna una riflessione su quanto sia giusto trovare il punto di equilibrio tra accessibilità popolare e intelligenza creativa. A te il giudizio finale: trovi che questo spot riesca davvero a “sentirsi a casa” anche per chi cerca qualità narrativa o solo per chi cerca un’offerta? Discutiamone!